Quand'è che da sudditi ci
trasformiamo in cittadini?
Questa è una domanda che dovremmo
farci per cercare di capire cosa possiamo fare noi per contribuire al
miglioramento della società e al recupero di dignità della classe politica e
dirigente attuale che non è certamente all'altezza del compito che sono
chiamati a svolgere.
C'è da dire che non sono tutti
uguali, i nostri politici, e che tra loro ci sono persone che mettono in gioco
passioni e professionalità e che alcuni di loro hanno vista compromessa e limitata
la loro libertà e, in qualche drammatico caso, addirittura rimesso la vita.
Siamo sudditi quando pensiamo che
chi ci comanda debba fare quello che ci serve a noi, siamo sudditi quando
dimentichiamo i nostri diritti e i nostri doveri e chiediamo favori e
favoritismi.
Siamo sudditi quando pensiamo
“questo non mi appartiene, posso romperlo, imbrattarlo, calpestarlo...
Diventiamo invece cittadini
consapevoli di un Paese democratico quando smettiamo, soprattutto, di
rilasciare deleghe in bianco ai nostri rappresentanti politici, diventiamo
cittadini quando sorvegliamo il loro lavoro e, con tutti gli strumenti che la
democrazia mette a nostra disposizione, li pungoliamo ad occuparci delle cose
più importanti anziché delle loro beghe di Palazzo.
Diventiamo cittadini quando
chiediamo diritti e non favori, quando rispettiamo le regole del vivere civile
e non chiediamo deroghe a discapito degli altri.
Quando non chiediamo agli
amministratori delle nostre città di occuparsi dei particolari interessi di uno
sparuto numero di persone a discapito
della comunità e dell'ambiente.
Diventiamo cittadini civili
quando alziamo la cacca del cane, quando non lo facciamo scorazzare libero dove
non è permesso, quando pensiamo di essere i padroni del mondo e non i suoi
custodi.
Quando ci ricordiamo il senso
profondo del temine comunità, quando non
discriminiamo, disprezziamo lo straniero solo perchè è diverso da noi e non
vogliamo che si senta a casa sua.
Diventiamo cittadini quando
mettiamo in gioco disponibilità e servizio, quando non pensiamo che il nostro dovere termini
usciti di casa, quando ci ricordiamo che una città più pulita è più bella ma
non dimentichiamo che se non la sporchiamo costa meno tenerla pulita.
Diventiamo cittadini quando la
“cosa pubblica” è di tutti e non di nessuno come troppo spesso accade nel
nostro Paese.
Diventiamo Cittadini con la C
maiuscola quando la parola io lascia spazio al Noi.
Solo così si potrà ottenere un
reale cambiamento delle condizioni sociali del nostro Paese.
Perchè le cose funzionino ognuno
deve fare la sua parte.
E se vi sono sembrata troppo
becchettona scusatemi, non era quello che volevo, ci ho provato a non
esserlo...
Ad ogni modo, Buona Vita,
Cittadini del Mondo.