lunedì 10 dicembre 2012

Diventiamo cittadini


Quand'è che da sudditi ci trasformiamo in cittadini?
Questa è una domanda che dovremmo farci per cercare di capire cosa possiamo fare noi per contribuire al miglioramento della società e al recupero di dignità della classe politica e dirigente attuale che non è certamente all'altezza del compito che sono chiamati a svolgere.
C'è da dire che non sono tutti uguali, i nostri politici, e che tra loro ci sono persone che mettono in gioco passioni e professionalità e che alcuni di loro hanno vista compromessa e limitata la loro libertà e, in qualche drammatico caso, addirittura  rimesso la vita.
Siamo sudditi quando pensiamo che chi ci comanda debba fare quello che ci serve a noi, siamo sudditi quando dimentichiamo i nostri diritti e i nostri doveri e chiediamo favori e favoritismi.
Siamo sudditi quando pensiamo “questo non mi appartiene, posso romperlo, imbrattarlo, calpestarlo...

Diventiamo invece cittadini consapevoli di un Paese democratico quando smettiamo, soprattutto, di rilasciare deleghe in bianco ai nostri rappresentanti politici, diventiamo cittadini quando sorvegliamo il loro lavoro e, con tutti gli strumenti che la democrazia mette a nostra disposizione, li pungoliamo ad occuparci delle cose più importanti anziché delle loro beghe di Palazzo.
Diventiamo cittadini quando chiediamo diritti e non favori, quando rispettiamo le regole del vivere civile e non chiediamo deroghe a discapito degli altri.
Quando non chiediamo agli amministratori delle nostre città di occuparsi dei particolari interessi di uno sparuto numero di persone  a discapito della comunità e dell'ambiente.
Diventiamo cittadini civili quando alziamo la cacca del cane, quando non lo facciamo scorazzare libero dove non è permesso, quando pensiamo di essere i padroni del mondo e non i suoi custodi.
Quando ci ricordiamo il senso profondo del temine comunità, quando  non discriminiamo, disprezziamo lo straniero solo perchè è diverso da noi e non vogliamo che si senta a casa sua.
Diventiamo cittadini quando mettiamo in gioco disponibilità e servizio, quando  non pensiamo che il nostro dovere termini usciti di casa, quando ci ricordiamo che una città più pulita è più bella ma non dimentichiamo che se non la sporchiamo costa meno tenerla pulita.
Diventiamo cittadini quando la “cosa pubblica” è di tutti e non di nessuno come troppo spesso accade nel nostro Paese.
Diventiamo Cittadini con la C maiuscola quando la parola io lascia spazio al Noi.
Solo così si potrà ottenere un reale cambiamento delle condizioni sociali del nostro Paese.
Perchè le cose funzionino ognuno deve fare la sua parte.
E se vi sono sembrata troppo bacchettona scusatemi, non era quello che volevo, ci ho provato a non esserlo...
Ad ogni modo, Buona Vita, Cittadini del Mondo.

p.s. non è di oggi questo scritto, è del 19 marzo scorso, mi è ritornato in mente grazie all'ottimo Gramellini...

Felicità: Bene Comune

BIL Benessere Interno Lordo, ovvero l'indice di Felicità di un Paese, di uno Stato.
Non sono particolarmente amante degli Stati Uniti d'America, ma l'idea che nella loro Costituzione ci sia il  diritto alla Felicità, proprio oggi, Giornata Internazionale per i Diritti Umani, mi fa' sorridere e sperare.
Sperare in un mondo migliore per  tutti, più equo, più giusto, più vivibile, meno competitivo e più cooperante, dove le persone possano lavorare insieme e tutte contribuire al benessere e alla  felicità, bene di tutti.
"Felicità: bene comune" mi fa' pensare ad un vissuto in cui si possa leggere tutto l'Amore, il Rispetto e la Dignità che concediamo ai nostri simili, perchè per me ognuno di questi valori si rispecchia nella capacità di ognuno di noi di riconoscerlo nell'altro, in ogni suo simile, senza distinzioni di sesso, di razza o di religione...
Senza dimenticare i nostri amici pelosi e la Natura che ci Accoglie...
Buona serata e Buona Vita a tutt*

Genova per me…

Era rimasto lì, fermo nelle bozze, in attesa di essere pubblicato... quante emozioni,quanta amarezza...


21 luglio 2012, sono le due di un torrido pomeriggio d’estate…

Fa’ così caldo che è difficile  pensare di fare qualunque cosa, anche solo pensare…
Finito di pranzare accendo la tv sui soliti canali, rai 3, la 7, rai news, mtv, quei canali che mi fanno pensare che anche davanti alla tv si può stare mantenendo ancora il cervello acceso…

Sono polemica, il caldo non mi aiutami fa’ sentire stanca e lamentosa…

Casualmente(?) capito su mtv che trasmette il reportage “A Genova io c’ero” e mi sento riportata indietro nel tempo, indietro di 11 anni e qualche ora…

Era il 20 luglio 2001 ed erano le otto di sera, all’incirca, allora guardavo ancora il Tg1 che era il tg più visto dagli italiani.

Vanno in onda scene raccapriccianti dalle manifestazioni al G8 di Genova e la notizia della morte di Carlo Giuliani squarcia il torpore della mia coscienza…

Ho ancora dentro l’emozione di quei momenti, le emozioni, anzi… sgomento, incredulità, rabbia, paura, impotenza… e, purtroppo, la morte di Carlo non sarà che la prima delle notizie peggiori….

La notte del 20 luglio sarà la notte della Macelleria Diaz, dell’inizio delle torture di Bolzaneto, farcite dagli assalti ai cortei indifesi delle  tute bianche, della rete Lilliputh e di tanti altri gruppi di manifestanti aggrediti durante quel pomeriggio di 11 anni fa’….

Sarà una delle vicende più tremende della storia degli ultimi decenni nel nostro paese…

19 luglio 2012
20 anni dalla strage di via d’Amelio e 11 dall’omicidio di Carlo Giuliani…
E’ mia figlia Raffa che mette insieme le due cose in un post su Facebook…
La memoria lavora, in Tv c’è un approfondimento con Mentana ed altri sulla strage e scopro che chi pensavo  fosse un baluardo della democrazia, forse non è stato poi così integro, così come avrei preferito poter pensare…

Stanno insieme anche nella mia vita questi due momenti, l’impegno civile e l’antimafia sociale, le mie passioni morali negli ultimi 11 anni…

E’ cominciato proprio il 20 luglio del 2001 il mio bisogno di attivarmi, il desiderio di contribuire alla costruzione di un mondo migliore…

“Un altro mondo è possibile” era questo lo slogan dei Noglobal al G8 di Genova…
Un atro mondo: un mondo più equo, più giusto, solidale, accorto ai bisogni di tutti, dai più deboli, della natura, non assoggettato alla legge del più forte che l’uomo dovrebbe poter dominare, superandola con l’illuminismo della ragione e la passione della solidarietà…

Le scene che passano in tv sono tremende, violente: urla, calci, pugni, manganellate, lacrimogeni, sassaiole… cassonetti incendiati, auto e furgoni capovolti, incendiati anch’essi, i black bloc che agiscono violenti all’estremo, indisturbati…
Immagini impressionanti, per la violenza, certo,ma soprattutto per lo stupore nel vedere lasciare agire indisturbati i violenti e, al contempo, aggredire violentemente manifestanti inermi e, nella maggior parte dei casi, indifesi, impreparati…
Ci sono scene davanti alle quali si inorridisce e ci si chiede come sia possibile che tutto questo stia accadendo qui, in Italia, in una nazione civile  e democratica…. Almeno allora così credevo…

Poi ci fu la notte della vergognosa aggressione alla Diaz, la notte del non ritorno, la notte dopo la quale nulla è stato più come prima…

Da quel momento non sono più riuscita a credere che le Istituzioni potessero rappresentare le istanze dei cittadini, che le Forze dell’ordine non sono a nostra tutela e servizio, ma costrette ad essere servi di un potere non democratico che solo nell’apparenza…

Sono 11 anni che combatto per ricostruire nella mia mente e nel mio cuore la fiducia nelle Istituzioni, nella classe dirigente del nostro Paese, nelle Forze dell’ordine che rischiano laloro vita ogni giorno, in alcuni casi, ma non so se siano consapevoli del danno causato alla ns. democrazia da quella notte tremenda tra il 20 e il 21 luglio di 11 anni fa’….

Ho cominciato ad informarmi,ad istruirmi, a seguire dibattiti, seminari, convegni, incontri, a vedere films e documentari a frequentare movimenti e associazioni alter mondisti e antimafia…

Ho deciso e scelto per una cittadinanza attiva e partecipe, per un impegno civile di scelte e culture antimafiose, pacifiste e a tutela dei diritti umani, ad approfondire le logiche del commercio equo e solidale, della cooperazione allo sviluppo, della solidarietà, del consumo critico, della decrescita e del microcredito solidale…

Ho capito che la possibilità di costruire un altro mondo, possibilmente più equo, giusto e solidale parte da ognuno di noi, dalle scelte che si compiono ogni giorno, dall’assumersi la responsabilità di scelte consapevoli e accorte, dal dovere di informarsi e di chiedere un’informazione seria, accurata e libera.

Ho capito che possiamo avere tutto ciò che vogliamo per noi, se siamo fortunati, ma che allo stesso tempo questo non sia sufficiente perché ci sarà sempre qualcuno che dovrà e vorrà lottare per ottenere anch’egli ciò di cui ha bisogno e che se ce ne sarà bisogno l’otterrà anche a mio discapito se il principio che passa è la legge del più forte, della violenza, della prevaricazione…
Bisogna scegliere, gioco forza, la via della collaborazione, della condivisione, della solidarietà, dell’equità  e della giustizia sociale…
Senza questi valori, questi principi, non c’è via di uscita… si salveranno solo i più forti e prepotenti, i più volenti e, potete scommetterci, non saremo noi, saranno altri e il prezzo che pagheremo non riusciremo neanche ad immaginare…

Mi fermo qui, perché aggiungere altro non serve…

Formare le nostre coscienze ed agire con responsabilità ed amore è il nostro dovere…

Ecco, vi ho raccontato,in sintesi estrema, cosa è stata “Genova per me”…

Buona fortuna e buona vita,mondo!!!!!
Lulù

Alle donne che lottano con me...





Per indole e per scelta cerco di tenere a bada il mio istinto fumino e passionale, che discende dalle mie origini partenopee.
Faccio molta fatica a non spedire a quel paese le persone, a volte, soprattutto quando appaiono aggressive, arroganti e saccenti, pur sapendo che qualche volta, ad alcuni appaio aggressiva, arrogante e saccente anch’io.
È molto difficile creare un gruppo di lavoro affiatato e che si capisce al volo se non ci si conosce almeno un po’ e/o se non si è abituati ad andare molto al sodo e a non badare ai fronzoli e alle sfumature che ognuna di noi può esprimere tramite il linguaggio e le parole.
Signore! Siamo di fronte ad una tale serie di emergenze che non possiamo permetterci il lusso di guardarci indietro, rischiando di perdere tempo prezioso e di trasformarci, per immobilismo, nella statue di sale di Sodoma e Gomorra.
Forse la mia indole partenopea mi spinge alla teatralità e/o al catastrofismo, però è di questo che stiamo parlando di una Gomorra sociale che sta prendendo chine pericolosissime…
Non possiamo perderci dietro troppe cesellature, se non di contenuti, e dobbiamo provare anche un po’ a fidarci e ad affidarci, a partire da noi donne.
Solo la prima a piccarmi quando non mi piacciono i toni, ma sono anche la prima a cercare di recuperare gli “scazzi” (scusate il francesismo) quando mi ritorna in mente che il compito a cui ci stiamo dedicando è delicato e gravoso.
Ci aspettano mesi duri di battaglianti campagne elettorali che subiremo tutte come cittadine e alcune come esponenti o componenti di schieramenti e partiti politici.
Non intendo insegnare niente a nessuna, perché ritengo che ognuna di noi sappia bene ciò che ho detto e credo possa essere ampiamente condiviso, il mio è solo lo sfogo di chi fa già tanta fatica a vivere lottando che vorrebbe vedere, almeno tra noi donne socialmente e mediaticamente attive, un clima più disteso e fiducioso.
La bellezza dei gruppi sta proprio nelle peculiarità e nei talenti che ognuna può portare nei luoghi che frequenta e in cui si esprime ed opera, non prestiamoci alle logiche guerrafondaie, aggressive e massificanti di questa epoca insopportabile.
Abbiamo milioni di strumenti e di opportunità che sono pronti a diventare veleni e trappole se non stiamo attente.
Magari queste mie parole vi daranno fastidio, magari penserete di me che sono un’arrogante, aggressiva, saccente, insopportabile perché troppo spesso dico e penso ciò che sento anche contro i suggerimenti della ragione che vorrebbero più prudenza e diplomazia.
Abbiate pazienza e amatemi per ciò che sono, io cercherò di fare lo stesso e, se non ci dovessi riuscire, magari senza brutalità, fatemelo presente, ve ne sarò grata, MA, VI PREGO, NON DIVIDIAMOCI, NON PARCELLIZZIAMO LE NOSTRE LOTTE.
Chi comanda in questo lurido sistema ne trarrebbe ancora vantaggio, lo dobbiamo a noi stesse, lo dobbiamo alle presenti e alle future generazioni di donne e uomini e, soprattutto, a noi stesse.
Sono stata lunga, lo so, e magari avrete fatto fatica a leggere e a prestare attenzione, ma, se siete arrivate fino a qui, avete tutta la mia stima e la mia riconoscenza.
Un abbraccio
Vs. Concetta

Europa, Nobel per la Pace e Diritti Umani


Oggi si celebra, nel Mondo,  la Giornata Internazionale per i Diritti Umani, a 64 anni dall'adozione della Dichiarazione Universale  dei Diritti Umani.
Non sono molto ferrata, ma credo che non sia proprio un caso che proprio oggi abbiano consegnato il Nobel per la Pace, che quest'anno è stato conferito  all'Europa Unita...
Scelta quantomeno curiosa per una sostenitrice dei diritti umani, come immeritatamente e modestamente mi ritengo.
L'Europa della Troika che affama il popolo greco, l'Europa che finanzia le banche per miliardi di euro e chide, allo stesso tempo, politiche di austerità e rigore agli Stati membri, che scaricano il peso di una crisi economica, sociale, ma  soprattutto etico-morale sui cittadini più deboli e vulnerabili.
L'Europa che, ignava, non prende posizioni sui conflitti armati che infiammano e funestano il Medio-oriente, l'Africa, l'America Latina, la Cecenia, l'Afganistan e tutte le altre martoriate terre che, con i loro Popoli, soffrono per guerre armate, fame e povertà.
L'Europa che non sa andare oltre gli eserciti armati dei singoli paesi per trovare risposte alle crisi mondiali, anzichè lavorare per un unico corpo di pace regionale, nonviolento  e pacifista sul serio.
L'Europa che non riesce a trovare una linea comune su politiche economiche e del lavoro, su politiche fiscali e di contrasto ai paradisi fiscali.
L'Europa che non trova laquadra per un modo più giusto, più equo e con più dignità per tutti.
L'Europa che tante cose ha fatto e tante ancora ne ha da fare...
Speriamo che sia di buon auspicio, questo Premio  e di stimolo a fare ancora, meglio e di più.
Prendendo a prestito e rielaborando una frase di Rita Atria, testimone di giustuzia, diciassettenne, suicida dopo la morte del giudice Paolo Borsellino, che aveva assunto a suo padre morale.
Rita scriveva nel suo diario di adolescente che forse un mondo più onesto non esisterà, ma chi ci impedisce di sognarlo. Se ognuno di noi proverà a cambiare forse ce lafaremo.
Io dico che forse un moondo più giusto ed equo non esisterà, ma noi possiamo sognarlo e fare la nostra parte perchè si realizzi...
Anche grazie alle testimonianze e al sacrificio di chi per questi valori combatte e si spende.
Forse, allora, l'Europa sarà pienamente titolata a fregiarsi di questo importante Premio. Forse solo allora sarà veramente una regione di Pace...
Per ora meritano questo Premio i suoi cittadini e non la sua classe politica e dirigente.
Viva la Libertà, l'Equità e la Giustizia e buona vita a tutt*

sabato 25 agosto 2012

Lettera aperta al dott. Ingroia di una cittadina qualunque


Monsano, 25 agosto 2012



Egregio dott. Ingroia,
mi chiamo Concetta Contini e le scrivo per invitarla a riconsiderare la sua decisione di andare via, anche se momentaneamente, dalla Procura di Palermo.
Le scrivo da cittadina impegnata nelle attività di antimafia sociale che porto avanti come componente di un presidio cittadino di Libera, associazione che credo Lei conosca.
Capisco e comprendo le difficoltà che Lei e i suoi colleghi magistrati dovete affrontare tutti i giorni nell’esercizio delle  vostre funzioni, i rischi e le preoccupazioni che derivano dal Vostro impegno e dalle Vostre attività.
Le scrivo perché ritengo che sia giunto il momento di provare ad arrivare a quella Verità che da tanti anni molti stanno richiedendo, aspettando e che solo con il Vostro lavoro e con quello delle Forze dell’ordine che con Voi collaborano si riuscirà a far venire a galla.
Ho sentito alcune sue recenti interviste e condivido pienamente con Lei la delicatezza del momento che stiamo vivendo. Ho il  timore che continuare a non riuscire a portare Verità e Giustizia sui fatti che hanno portato alle stragi del 1992-1993 e alle vicende ad esse seguenti mini nel profondo le radici della nostra Democrazia e il futuro del nostro Paese.
Sono consapevole e convinta che non spetti solo a Voi il gravoso e doveroso compito di ricostruire Verità e fatti ma che anche la classe dirigente e politica debba fare il proprio dovere, rompendo quel muro di omertà e di silenzio che da troppo tempo sentiamo aleggiare sulle nostre teste.
Sono altrettanto consapevole e convinta che anche ogni singolo cittadino debba fare la sua parte ed è anche per questo che ho pensato fosse mio dovere e diritto scrivere una lettera aperta al sig. Presidente della Repubblica su queste vicende, che mi permetto di inviare anche a Lei.
Giustizia e Verità dovrebbero essere le uniche ragioni di Stato a cui tutti i suoi servitori debbano rispondere, ma ho il timore che, se non staremo attenti e vigili, Verità e Giustizia non verranno a galla, così come non lo sono venute per altri fatti gravi della storia del nostro Paese degli ultimi decenni.
Desidero con questa mia manifestare a Lei, ai suoi colleghi e a tutti i Vs. collaboratori tutto la mia stima e il mio sostegno, per quel poco che possano valere.
Presto anch’io servizio presso una Istituzione locale e la Vostra dedizione, il Vostro Senso dello Stato e del Dovere sono per me un esempio da perseguire.
Qualunque sarà la sua scelta, avrà sempre il mio rispetto e la solidarietà che posso manifestarLe.
Abbia cura di Lei e sia prudente, ovunque passerà il suo futuro.
Con stima e rispetto
Concetta Contini

Lettera aperta al Presidente della Repubblica da una cittadina qualunque


Monsano, 25/08/2012



Esimio signor Presidente,
mi chiamo Concetta Contini e sono una cittadina italiana.
Le scrivo in merito alla questione “trattativa Mafia-Stato” che sto seguendo, insieme all’approfondimento della conoscenza dei fenomeni mafiosi e delle loro implicazioni su società ed economia, da qualche anno a questa parte.
Ho profonda stima per Lei e rispetto per l’Istituzione da Lei rappresentata e mi rendo conto che, probabilmente, viste da fuori le cose sono diverse da come le può e le deve vedere Lei.
La querelle che si è aperta con la procura di Palermo e i fatti soprammenzionati mi preoccupa molto e mi ha spinta a scriverle con il cuore in mano e con l’ansia di chi teme che questa situazione faccia male alla Democrazia così precaria di questo nostro Paese.
Dal 2005, data in cui ho conosciuto Don Luigi Ciotti e la sua Associazione Libera, ho cominciato a cercare di capire le mafie, la mafiosità e ad educarmi sempre di più alla messa in pratica di tutti quei principi e quei valori che possono renderci cittadini partecipi e consapevoli dei diritti e dei doveri della Democrazia.
La Democrazia, governo del Popolo, comporta un’assunzione di responsabilità ed un rigore che, forse, troppo spesso noi cittadini italiani non siamo capaci di mettere in atto e rispettare.
Troppo spesso siamo, per così dire, border-line tra legalità e illegalità, spesso ai limiti tra guasconeria e civiltà…
Strano Paese quello che Le tocca presiedere, Sig. Presidente, strano Paese se pensiamo che siamo culla del diritto e della cultura che hanno purtroppo lasciato il posto a furbescherie e a comportamenti troppo spesso ai limiti della furfanteria, troppo spesso disponibili e tolleranti nei confronti di chi elude le regole e cerca mille rivoli per navigare in acque poco chiare.
Siamo un popolo strano, noi Italiani, più abituati e, forse, consoni ad essere più sudditi che cittadini consapevoli, responsabili e partecipi.
E’ proprio su questo tessuto culturale che si innesca la necessità di avere finalmente verità e giustizia sui fatti del 1992-1993 che hanno visto la morte di alcuni tra i più fedeli e acuti Servitori dello Stato e coinvolti troppi esponenti delle classi dirigenti di questo nostro Paese.
Sono nata e vissuta a Napoli fino a quasi 30 anni e, proprio nel 1992, il 12 luglio, una settimana prima della strage di via d’Amelio per trasferirmi nella Marche, a Chiaravalle, città che so a Lei molto cara, per cercare di garantire a me e alla mia famiglia un futuro migliore di quello che si prospettava nella nostra bellissima e martoriata Città.
Dopo qualche anno ho cominciato a lavorare in un’Amministrazione Locale della zona, avvicinandomi così alla realtà e al senso delle Istituzioni più vicine ai residenti e ai cittadini.
E’ lavorando al servizio della Comunità che mi paga lo stipendio che ho cominciato a capire il valore e il senso profondo delle Istituzione, la loro funzione di messa in atto e concretizzazione dei diritti e dei valori sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle Carte Internazionali sui Diritti Umani.
Ho incontrato persone straordinarie che compiono il loro servizio di Amministratori pubblici con “disciplina ed onore”, così come richiamato dall’art. 54 della Costituzione, e che, con il loro impegno e lavoro, mi hanno insegnato cosa significhi concretamente essere servitori delle Stato e delle sue diverse forme amministrative. Ho acquisito cognizioni, spirito critico e attenzione a queste tematiche, locali e nazionali, che mi consentono di osservare che, purtroppo, non sempre  “disciplina e onore”  hanno caratterizzato e caratterizzano l’operato di alcuni rappresentati delle Istituzioni a tutti i livelli.
Ed è proprio su questo che si fonda il bisogno urgente e urente che ho provato, in questi giorni, di rivolgermi a Lei per manifestarLe le perplessità di una cittadina qualunque rispetto a cose così grandi ed importanti come i vent’anni di nebbia e fumosità sulle vicende legate alle stragi degli anni ’92-’93 e alla cosiddetta “trattativa Stato-Mafia”.
Ho imparato da personaggi autorevoli in materia, che da qualche hanno ho cominciato a seguire ed ascoltare ad ogni occasione possibile, che è proprio perché esiste ed è lampante la connivenza, la collusione, la complicità tra mafia, politica ed economia che esistono le criminalità organizzate di stampo mafioso e che si nutrono della poca attenzione e dell’inconsapevolezza o della volontà di molti di muoversi all’interno di quella zona grigia dove si vive di sfumature, di disattenzioni, di chiamiamole “leggerezze” che sono terra fertile per mafia & c e che rappresentano quelle condizioni di consenso ed accettazione dalle quali dobbiamo uscire come Società tutte e che dobbiamo far mancare alle mafie
E’ proprio questa la motivazione che mi spinge a manifestarLe il desiderio di comprendere profondamente e senza riserva alcuni le ragioni che L’hanno spinta a sollevare il conflitto di attribuzione delle indagine nei confronti della Procura di Palermo.
Sig. Presidente,
sono certa della sua buona fede e del fatto che Lei abbia tutte le ragioni formali per compiere l’atto di cui parliamo, ma Le chiedo se, nella sostanza, questa scelta, seppure doverosa e motivata, non sia stata deleteria e inopportuna in un momento così delicato ed importante per il nostro Paese e per la sua Democrazia, come quello che stiamo vivendo.
Forse le mie parole potranno sembrare ardite, forse non ci si rivolge così al più alto Rappresentante delle Istituzioni repubblicane, ma il mio è il desiderio appassionato e ardente di una figlia della Patria che cerca di capire come e quando questo Paese potrà venire fuori dalla melma in cui è stato cacciato dalla criminalità di alcuni suoi figli.
Negli ultimi anni ho ritrovato il senso profondo dei valori patriottici, senza nostalgie, chiaramente, in maniera moderna e attuale ho riscoperto i valori della Resistenza e della Partigianeria dei quali è profondamente intrisa la nostra Carta Costituzionale ed ho capito che ogni cittadino che non voglia essere passivo e parassita Deve impegnarsi per contribuire a costruire una Democrazia più forte e più libera.
Sig. Presidente,
credo che la libertà e la forza della Democrazia stiano e staranno nella capacità che avremo di fare i conti con il nostro passato, con i troppi “scheletri nell’armadio” che accompagnano la nostra vita sociale, politica ed economica almeno dal dopoguerra in poi.
In particolare ritengo che conoscere la verità sulle stragi che hanno funestato il nostro paese, in particolare quelle degli anni ’92-’93, sia l’ossigeno da apportare ad una società asfittica che sta morendo e che ha perso troppi punti di riferimento e di contatto con la sua classe dirigente e di rappresentanti.
Sig. Presidente,
Le chiedo umilmente scusa, ancora, per l’ardire di questa non più giovanissima donna che pensa e spera che ogni cittadina possa rivolgere al “suo” Presidente, con rispetto ed educazione, anche domande magari scomode.
Abbiamo bisogno di ricostruire un legame profondo con gli apparati della Democrazia che sono le Istituzioni, Parlamento in primis, che devono tornare ad essere i luoghi fisici e morali dove si esercitano le più alte attività civili e civiche della Società, abbiamo bisogno che la Verità e la Giustizia siano le uniche Ragioni di Stato a cui i rappresentanti di Esso siano tenuti a rispondere, ad essere fedeli, abbiamo assolutamente bisogno di ritrovare fiducia e rispetto nella Politica e nelle Istituzioni e di sentirci nuovamente garantiti nel Diritto e nella Democrazia dai rappresentanti di questo Paese.
Sig. Presidente,
vorrei tornare ad essere fiera di essere cittadina di questo Paese, meraviglioso e pieno di contraddizioni, vorrei tornare a poter sperare e a credere che il senso del Dovere, dello Stato, della Verità e della Giustizia siano le uniche motivazioni per cui si muovano Parlamentari, Ministri e Rappresentanti tutti delle Istituzioni.
Mi auguro che le mie parole non siano irrispettose o offensive, ma che possano essere un minuscolo contributo che aiuti a comprendere il disappunto e lo sconcerto che questi fatti, queste situazioni creano nella coscienza di una cittadina qualunque che cerca di essere attenta e partecipe, nonchè desiderosa di uno Stato che sappia garantire Democrazia, attraverso Verità e Giustizia, senza populismi e giustizialismi alcuni.
Ringrazio Lei ed il Suo staff per l’attenzione che vorrete dedicare a questi miei pensieri e Le faccio i miei più affettuosi auguri per il Suo lavoro e per la Vita tutta.
Con stima e rispetto
Concetta Contini

mercoledì 1 agosto 2012

mai più lunga notte si affaccerà al mio fianco


Mai più soffrirà il mio cuore bambino,
mai più lunga notte si affaccerà al mio fianco.
Lunga vita tortuosa senza nulla capire.
Finalmente la luce apre gli occhi al mio cuore.
Nella nebbia del sogno tornerà a svelarsi amore.
Un bambino sognante tornerà nel mio cuore.
Né più lungo la via ci sarà chi fa male.
Non possiamo sapere a cosa serve il dolore,
la paura sarà solo un brutto ricordo
e nel petto dolente tornerà di nuovo l’amore.
Basta spettri a cantare sul mio corpo innocente,
detta versi cocenti come pura passione.
Si allontana il dolore, si allontana e sparisce
E chi ora saprà, finalmente capisce.
Quanto male ha subito il mio corpo bambino,
non potrà mai scordare chi l’ha fatto patire.
Deve solo trovare un po’ d’amore sincero
e quel sordido giorno sarà lontano dal cuore.
Né più pianti, né grida solcheranno la notte.
Né paura, né orrore di esser ferito a morte.
Rendimi l’innocenza, vigliacco messere,
non puoi farmi più male, ti ho sepolto stanotte.
E la luce sarà mia compagna per sempre.

E - il mensile di Emergency non sarà più in edicola..


ho tra le mani l'ultimo numero di E- il mensile di Emergency. Ultimo non solo per ordine di uscita ma proprio perchè non uscirà più... l'Associazione ha giustamente deciso di sospendere la pubblicazione di questo mensile perchè non riuscendo a sostenere le spese rischiava di sottrarre fondi preziosi alla loro missione principale: curare chi ha bisogno, in Italia e all'estero. con il loro stile limpido, trasparente,pulito e onesto non mi permettono neanche di arrabbiarmi per questa assenza... hanno ragione, profondamente ragione... vi amerò ancora di più per questo e continuerò a darvi tutto il sostegno che posso, anche se piccolo, anche se modesto... perchè siete dei grandi e mi insegnate a stare al mondo con onestà e coerenza. grazie Emergency, grazie davvero!!!
e come ha scritto Cecilia Strada speriamo che sia solo un arrivederci... a presto, aggiungo io...

sabato 21 luglio 2012

Ladro di Amor molesto ovvero il dolore delle cose da dire.


Roma, 9 giugno 2012
 Ho trovato le parole…
Grazie all’emozione della lettura di un dolore, grazie a Giuliana, ho trovato le parole ed il coraggio per uscire dal silenzio, dalla vergogna per rinascere a vita nuova.
Che sia una storia vissuta, pensata, immaginata, raccontata, poco importa…
Ogni emozione rievoca la tua emozione, quella nascosta, bloccata, rimasta incastrata per anni dalla vergogna, dalla paura, dalla colpa che mai finirà.
Devo ancora proteggermi, devo ancora proteggermi, devo ancora proteggermi…
E’ un pensiero invadente, possessivo, ossessivo, dominante…
E’ come un mantra, è un’ossessione che non lascia respirare.
Devo ancora proteggermi! Sono passati tanti anni, ma la sensazione che resta e che troppo spesso riappare è proprio questa.
Devo ancora proteggermi, si, perchè molto spesso, anche nel cuore della notte, quello lì, quell’uomo senza pudore e senza amore, nel dolore riappare.
Devo ancora proteggermi perché adesso devo e posso, sono grande abbastanza…
Devo ancora proteggermi perché non ho permesso, non ho potuto, non ho voluto permettere, allora.
Troppo pochi 8 anni per capire, ma sono stati abbastanza per avere paura, per avere vergogna, per provare ad uscire da quella specie di limbo in cui non capisci che succede, ma senti che non ti piace…
Ci vorrebbe uno grande a cui chiedere, a cui raccontare ma lui dice che proprio non si fa’… E’ il nostro segreto…
E tu stai zitta scegliendo, inconsapevole, innocente, quel lungo silenzio complice e colpevole.
L’anno prima non l’avevi capito che quello non era un gioco innocente, era una cosa segreta, un po’ strana, difficile da capire, per la verità…
Ma che vuoi capire a quell’età! Sei piccola, sei troppo piccola per renderti conto che quello non è un gioco, ma innocenza violata…
RENDIMI L’INNOCENZA, VIGLIACCO MESSERE!!!!
Non è tua, non ti appartiene e non apparterrà più neanche a me.
Sarà il mio immenso dolore e la tua dannazione.
Come hai potuto?
Perché hai voluto?
Hai mai pensato a quanti danni, quei tuoi gesti insani, per rubare qualche attimo di piacere perverso, avrebbero condannato quell’anima, quel corpo immaturo che neanche ancora accennava a sbocciare?

Ho provato anche pena per te!
Sono fatta così anche un po’ per colpa tua… o, forse, dovrei dire per merito?
NO! Per merito, no! Meriti non ne hai, non te ne posso riconoscere, in alcun modo!
Sarebbe troppo, sarebbe veramente troppo! Difficile da capire, anche questo, ancora oggi…
I pensieri sono lucidi, sicuri, anche se scomposti.
Ho lavorato, si, Dio solo sa quanto ci ho lavorato
Quante lacrime versate, quanto dolore, quanto sacrificio, quanto tempo, danaro e risorse di ogni genere investiste, impegnate a cercare di venire fuori dalla bolla soffocante che questo amore molesto era stata per tanta parte della mia vita!!!!
Ce l’ho fatta! Posso dire che ce l’ho fatta, che non mi vergogno più, che ho superato il senso di colpa per quell’innocente, inconsapevole complicità.
Per anni, per troppi anni, tutto è rimasto sepolto sotto un silenzio omertoso, sotto una coltre fatta di pudore, di vergogna e di paura e di solitudine, di tanta e profonda solitudine e ancora, ossessivo, di silenzio e di vergogna.

“Non si può dire!” Questo proprio non si può dire!
Però non si poteva neanche fare  e lui, invece, l’ha fatto!” “E’ colpa tua! Perché glielo hai lasciato fare?”

Sono cresciuta così, come ho potuto, nel silenzio, nella vergogna, nella menzogna. Con l’incombenza del giudizio, della condanna di me, espressa da me medesima, perché per molti anni, per più di venti lunghissimi anni, solo io ho saputo…
Anzi, sapevamo solo io e lui, il mio carnefice, ma di lui non parlerò, lui non conta in questa storia…
E’ solo veicolo, strumento perverso di quel dolore indotto, dal quale solo io, con l’aiuto di Dio e dell’Umanità, posso finalmente liberarmi…
Si, perché di Libertà si tratta! Di Libertà e di Verità, di riappropriarsi della propria vita, della propria identità, ripartendo dai cocci di una vita spezzata e più volte ridotta in frantumi che non posso incollare ma trasformare in frammenti di un mosaico composto e variegato di luci e di ombre, di pezzi splendenti e di pezzi opachi, in un disegno di chiaroscuri che delineano il volto di una nuova donna.

C’è una patina di grigio da sollevare, una cappa di dolore da rimuovere.
Non si vede, sta lì, si scorge appena, ma rende vani tutti gli sforzi, tutto il dolore.

In uno strano gioco di parole, di assonanze, di associazione c’è un dolore che diventa colore, che scioglie il grigio e l’annulla…

Ma dove vanno a parare i pensieri, stanotte? Faccio fatica a capire…

Ma, forse, è proprio quello che non bisogna fare! Non c’è niente da capire, c’è solo da vivere, da assaporare e da sorridere: di Gioia, di gusto e d’Amore…

Libertà e Verità, anzi, meglio, Libertà, Verità e Amore. Tanto Amore: ritrovato, restituito, riassaporato e giusto, perché non ci sia mai più il dolore delle cose da dire.

Buona vita
vs. Lulù

Genova per me…


21 luglio 2012, sono le due di un torrido pomeriggio d’estate…

Fa’ così caldo che è difficile  pensare di fare qualunque cosa, anche solo pensare…
Finito di pranzare accendo la tv sui soliti canali, rai 3, la 7, rai news, mtv, quei canali che mi fanno pensare che anche davanti alla tv si può stare mantenendo ancora il cervello acceso…

Sono polemica, il caldo non mi aiutami fa’ sentire stanca e lamentosa…

Casualmente(?) capito su mtv che trasmette il reportage “A Genova io c’ero” e mi sento riportata indietro nel tempo, indietro di 11 anni e qualche ora…

Era il 20 luglio 2001 ed erano le otto di sera, all’incirca, allora guardavo ancora il Tg1 che era il tg più visto dagli italiani.

Vanno in onda scene raccapriccianti dalle manifestazioni al G8 di Genova e la notizia della morte di Carlo Giuliani squarcia il torpore della mia coscienza…

Ho ancora dentro l’emozione di quei momenti, le emozioni, anzi… sgomento, incredulità, rabbia, paura, impotenza… e, purtroppo, la morte di Carlo non sarà che la prima delle notizie peggiori….

La notte del 20 luglio sarà la notte della Macelleria Diaz, dell’inizio delle torture di Bolzaneto, farcite dagli assalti ai cortei indifesi delle  tute bianche, della rete Lilliputh e di tanti altri gruppi di manifestanti aggrediti durante quel pomeriggio di 11 anni fa’….

Sarà una delle vicende più tremende della storia degli ultimi decenni nel nostro paese…

19 luglio 2012
20 anni dalla strage di via d’Amelio e 11 dall’omicidio di Carlo Giuliani…
E’ mia figlia Raffa che mette insieme le due cose in un post su Facebook…
La memoria lavora, in Tv c’è un approfondimento con Mentana ed altri sulla strage e scopro che chi pensavo  fosse un baluardo della democrazia, forse non è stato poi così integro, così come avrei preferito poter pensare…

Stanno insieme anche nella mia vita questi due momenti, l’impegno civile e l’antimafia sociale, le mie passioni morali negli ultimi 11 anni…

E’ cominciato proprio il 20 luglio del 2001 il mio bisogno di attivarmi, il desiderio di contribuire alla costruzione di un mondo migliore…

“Un altro mondo è possibile” era questo lo slogan dei Noglobal al G8 di Genova…
Un atro mondo: un mondo più equo, più giusto, solidale, accorto ai bisogni di tutti, dai più deboli, della natura, non assoggettato alla legge del più forte che l’uomo dovrebbe poter dominare, superandola con l’illuminismo della ragione e la passione della solidarietà…

Le scene che passano in tv sono tremende, violente: urla, calci, pugni, manganellate, lacrimogeni, sassaiole… cassonetti incendiati, auto e furgoni capovolti, incendiati anch’essi, i black bloc che agiscono violenti all’estremo, indisturbati…
Immagini impressionanti, per la violenza, certo,ma soprattutto per lo stupore nel vedere lasciare agire indisturbati i violenti e, al contempo, aggredire violentemente manifestanti inermi e, nella maggior parte dei casi, indifesi, impreparati…
Ci sono scene davanti alle quali si inorridisce e ci si chiede come sia possibile che tutto questo stia accadendo qui, in Italia, in una nazione civile  e democratica…. Almeno allora così credevo…

Poi ci fu la notte della vergognosa aggressione alla Diaz, la notte del non ritorno, la notte dopo la quale nulla è stato più come prima…

Da quel momento non sono più riuscita a credere che le Istituzioni potessero rappresentare le istanze dei cittadini, che le Forze dell’ordine non sono a nostra tutela e servizio, ma costrette ad essere servi di un potere non democratico che solo nell’apparenza…

Sono 11 anni che combatto per ricostruire nella mia mente e nel mio cuore la fiducia nelle Istituzioni, nella classe dirigente del nostro Paese, nelle Forze dell’ordine che rischiano laloro vita ogni giorno, in alcuni casi, ma non so se siano consapevoli del danno causato alla ns. democrazia da quella notte tremenda tra il 20 e il 21 luglio di 11 anni fa’….

Ho cominciato ad informarmi,ad istruirmi, a seguire dibattiti, seminari, convegni, incontri, a vedere films e documentari a frequentare movimenti e associazioni alter mondisti e antimafia…

Ho deciso e scelto per una cittadinanza attiva e partecipe, per un impegno civile di scelte e culture antimafiose, pacifiste e a tutela dei diritti umani, ad approfondire le logiche del commercio equo e solidale, della cooperazione allo sviluppo, della solidarietà, del consumo critico, della decrescita e del microcredito solidale…

Ho capito che la possibilità di costruire un altro mondo, possibilmente più equo, giusto e solidale parte da ognuno di noi, dalle scelte che si compiono ogni giorno, dall’assumersi la responsabilità di scelte consapevoli e accorte, dal dovere di informarsi e di chiedere un’informazione seria, accurata e libera.

Ho capito che possiamo avere tutto ciò che vogliamo per noi, se siamo fortunati, ma che allo stesso tempo questo non sia sufficiente perché ci sarà sempre qualcuno che dovrà e vorrà lottare per ottenere anch’egli ciò di cui ha bisogno e che se ce ne sarà bisogno l’otterrà anche a mio discapito se il principio che passa è la legge del più forte, della violenza, della prevaricazione…
Bisogna scegliere, gioco forza, la via della collaborazione, della condivisione, della solidarietà, dell’equità  e della giustizia sociale…
Senza questi valori, questi principi, non c’è via di uscita… si salveranno solo i più forti e prepotenti, i più volenti e, potete scommetterci, non saremo noi, saranno altri e il prezzo che pagheremo non riusciremo neanche ad immaginare…

Mi fermo qui, perché aggiungere altro non serve…

Formare le nostre coscienze ed agire con responsabilità ed amore è il nostro dovere…

Ecco, vi ho raccontato,in sintesi estrema, cosa è stata “Genova per me”…

Buona fortuna e buona vita,mondo!!!!!
Lulù

venerdì 22 giugno 2012

sono ancora qui: disobbediente per nascita e ribelle per passione...


Sono nata e sono ancora viva, qui, nonostante tutto, a dispetto di tutto, disobbediente per nascita e  ribelle per passione...
“Chi mi conosce lo sa che non mi arrendo mai” citazione tradotta dei mitici ‘A67 che calza a pennello anche per me…
Sono una sopravvissuta, sono sopravvissuta a tante crisi, a tante tempeste nella mia vita…
Sono sopravvissuta ad una violenza, sono sopravvissuta ad un annegamento in mare, sono sopravvissuta alla perdita di lavoro, al fallimento della ditta dove lavoravo, tanti anni fa’.
Sono sopravvissuta ad un incidente e alle sue conseguenze… sono sopravvissuta a tanti dolori e questo mi fa’ sentire forte ed ottimista.
Ho  capito che possiamo farcela quando riusciamo a mettere in campo tutte le nostre risorse migliori, proprio come fa’ il nostro organismo quando combatte e vince con una malattia, piccola o grande che sia… ogni cellula del nostro corpo è creata, programmata  per proteggere la  nostra integrità, per mettere in circolo sostanze e pensieri che possano attivare la nostra guarigione, il nostro benessere. A volte abbiamo bisogno di un aiuto esterno, che sia un farmaco o qualsiasi altra terapia, che integri e rafforzi ciò che dentro di  noi abbiamo…
Ho precedenti illustri, se non ricordo male, che han fatto ricorso alla metafora del corpo umano per spiegare i meccanismi della società… io faccio riferimento alla mia vita, alle mie esperienze per dire a quelli che mi leggono che ce la possiamo fare.
Ce la possiamo fare ad uscire dalle crisi in cui ci  siamo, in cui ci hanno cacciati…
Forse non siamo stati troppo attenti, forse abbiamo abboccato alle trappole, agli irretimenti che hanno messo in atto per noi…
Io ho imparato che non è mai troppo tardi per aprire gli occhi e rimediare all’inconsapevolezza e alla disattenzione…
E’ nella notte che occorre avere sentinelle più accorte ed è ciò di cui abbiamo bisogno e che dobbiamo essere: Sentinelle accorte, sveglie, pronte a cogliere i segnali di un tempo che cambia in fretta, veloce e repentino, come non mai, come neanche si riesce ad immaginare, come saetta nella notte di tempesta…
La natura insegna: per quanto sia temibile e tumultuosa la tempesta, essa avrà una fine…
Se ci attrezziamo adeguatamente possiamo sopravvivere e contenere i danni…
Ecco, questo è il nostro compito: attrezzarci a sopravvivere alla tempesta per contenere i danni.
Ognuno come può, ognuno come sa, con quello che ha, mettendo a disposizione della comunità tutto quello che è in grado e che ha  voglia di condividere…
Di una cosa sono certa, da soli si può far poco, insieme si può andare molto lontano…
La nostra capacità sarà tanto più grande quante più persone riusciremo a salvaguardare…
Non possiamo, non dobbiamo lasciare cadaveri sulla nostra strada… ci costano troppo, in termini di umanità, non dobbiamo permettere che nessuno resti solo e indietro… non c’è bisogno di correre per forza, si può andare lontano anche camminando lenti…
Hasta la vista, companeros e buona vita a tutti…
Lulù

mercoledì 30 maggio 2012

una ricetta speciale


la ricetta di oggi è un po' speciale, non posso insegnarvi a farla, solo condividerla con voi e suggerirvi di trovare il vostro mix.
per una vita speciale
ingredienti per tutte le persone che vorrete a far parte della vostra vita
molta pazienza
tanta passione
una buona dose  di curiosità
tanti interessi
una famiglia che ti vuole bene
molti amici
qualche amico amico
buoni rapporti con tutti (quando possibile)
tanta determinazione
poca tristezza
poca malinconia
qualche dolore di troppo
qualche amarezza
un'amica che non c'è più
un abbondante pizzico di follia
il sorriso dei bambini
lo scodinzolo dei cani
musica, teatro, letteratura, arte e poesia
tanto impegno per sè e per gli altri
sogni nel cassetto e la voglia di costruire un mondo migliore...
tutto condito abbondantemente con tanto Amore...
è la mia vita... la ricetta agrodolce della mia felicità...

lunedì 21 maggio 2012

I Valori della Memoria: Dovere, Bisogno e Passione.


Giorni difficili quelli che stiamo vivendo, giorni difficili che mi riportano indietro nel tempo, ad un tempo che non avrei mai voluto più ritrovare, ma purtroppo, invece, è qui…

Di fronte all’orrore che si prova davanti ai fatti di Brindisi, di qualsiasi matrice o identità siano o abbiano, non è facile non farsi oscurare la mente dalla paura, dalla sconfitta, dalla resa…
Non è facile, ma dobbiamo farlo, abbiamo un Dovere ineludibile nei confronti di chi è stata ammazzata, di chi lotta per la vita, di chi soffre per il dolore e per la perdita inestimabile.

Dovere è la prima parola che mi viene in mente quando penso a  tutte le morti innocenti causate dalla violenza delle mafie, del terrorismo, della follia dell’assassinio, da qualunque parte provenga.

Il Dovere della Memoria, del ricordare, del trasformare il ricordo in un motore di azione e di cambiamento, di responsabilità, di amore per la Verità.

Verità e Giustizia, declinazione del Bisogno di fare memoria, di ricostruire attraverso la Memoria, personale e collettiva, quella Verità storica e giudiziaria che non possiamo permetterci di non sentire come nostra…

Verità e Giustizia per trovare nuovamente Democrazia e Libertà.
Verità e Giustizia per ritrovare equilibrio e Pace sociale.
Verità e Giustizia per ritrovare la Passione per la gestione della Cosa Pubblica, per la Politica, per la Conoscenza, per la Responsabilità, per il Sapere.

La Passione ritrovata nei confronti di una Memoria condivisa, ricostruita anche per rendere sacro e non vano il troppo sangue innocente versato.

Perché la Memoria non sia solo ricordo, sterile e lontano, ma perchè sia punto di partenza per una nuova realtà, fatta di Dovere, di Bisogno, di Passione e di azioni concrete…
Per non sentirci soli e non sentirci sconfitti, per Melissa e per Veronica, per Marcello, Giuseppe e Serafino, per Silvia, Giovanni, Francesca, Vito, Antonino, Rocco, Paolo, Emanuela, Agostino, Walter Eddie, Claudio e tutti gli innocenti che non ci  sono più…
Non possiamo dimenticarli, certo, ma non possiamo limitare il nostro impegno a celebrazioni doverose ma che, senza impegno coerente e costante, rischiano di rimanere retorica ed ipocrisia insopportabile…
Sappiamo cosa fare, semplicemente continuare a fare il nostro dovere ed avere gli occhi, la mente e il cuore aperti.
Buona vita a tutti

venerdì 18 maggio 2012

18 maggio 1939 - Giovanni Falcone

Oggi sarebbe stato il 73° compleanno di Giovanni Falcone se la brutale violenza della mafia non lo avesse strappato alla vita insieme alla sua compagna di vita e di lavoro, Francesca  Morvillo, e ai suoi uomini di scorta, Vito Schifani, Antonino Montinaro e Rocco Dicillo. Sono convinta che sarebbe ancora con noi se lo Stato non lo avesse lasciato solo, se non avessero riversati su di lui i tanti veleni che lo allontanarono da Palermo... Adesso tutti lo celebrano, con convinzione o con ipocrisia... Ma a lui e a tutti coloro che sono stati strappati alla vita dobbiamo il nostro impegno quotidiano nella lotta alle mafie e alla mafiosità che troppo spesso sfugge alla nostra consapevolezza e alla nostra coscienza. Possiamo farlo in tanti modi: informandoci, non accettando compromessi che sviliscono la nostra identità. Il modo migliore è senz'altro quello di non lasciare soli i magistrati, i giornalisti, le forze dell'ordine, i testimoni di giustizia  e tutti coloro che nel loro impegno quotidiano lottano per sconfiggere la piovra. Non dimentichiamo, però, le vittime innocenti e i loro familiari cui dobbiamo,allo stesso modo, solidarietà e sostegno.
Solo allora potremo celebrare degnamente anniversari e ricorrenze, altrimenti non ha alcun senso...

mercoledì 16 maggio 2012

Casa (poesia di Warsan Shire nella traduzione di Paola Splendore)


Nessuno lascia casa a meno che
la casa non sia la bocca di uno squalo
scappi al confine solo
quando vedi tutti gli altri scappare
i tuoi vicini corrono più veloci di te
il fiato insanguinato in gola
il ragazzo con cui sei andata a scuola
che ti baciava follemente dietro la fabbrica di lattine
tiene in mano una pistola più grande del suo corpo
lasci la casa solo
quando la casa non ti lascia più stare.
Nessuno lascia la casa a meno che la casa non ti cacci
fuoco sotto i piedi
sangue caldo in pancia
qualcosa che non avresti mai pensato di fare
finché la falce non ti ha segnato il collo
di minacce
e anche allora continui a mormorare l’inno nazionale
a mezza bocca
solo quando hai strappato il passaporto nei bagni di un aeroporto
singhiozzando a ogni boccone di carta
ti sei resa conto che non saresti più tornata.
Devi capire
che nessuno mette i figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra
nessuno si brucia i palmi
sotto i treni
sotto le carrozze
nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion
nutrendosi di carta di giornale a meno che le miglia percorse
non siano più di un semplice viaggio
nessuno striscia sotto i reticolati
nessuno vuole essere picchiato
compatito
nessuno sceglie campi di rifugiati
o perquisizioni a nudo che ti lasciano
il corpo dolorante
né la prigione
perché la prigione è più sicura
di una città che brucia
e un secondino
nella notte
è meglio di un camion pieno
di uomini che assomigliano a tuo padre
nessuno ce la può fare
nessuno può sopportarlo
nessuna pelle può essere tanto resistente.
Andatevene a casa neri
rifugiati
sporchi immigrati
richiedenti asilo
che prosciugano il nostro paese
negri con le mani tese
e odori sconosciuti
selvaggi
hanno distrutto il loro paese e ora vogliono
distruggere il nostro
come fate a scrollarvi di dosso
le parole
gli sguardi malevoli
forse perché il colpo è meno forte
di un arto strappato
o le parole sono meno dure
di quattordici uomini tra
le cosce
perché gli insulti sono più facili
da mandare giù
delle macerie
delle ossa
del corpo di tuo figlio
fatto a pezzi.
Voglio tornare a casa,
ma casa mia è la bocca di uno squalo
casa mia è la canna di un fucile
e nessuno lascerebbe la casa
a meno che non sia la casa a spingerti verso il mare
a meno che non sia la casa a dirti
di affrettare il passo
lasciarti dietro i vestiti
strisciare nel deserto
attraversare gli oceani
annega
salvati
fai la fame
chiedi l’elemosina
dimentica l’orgolio
è più importante che tu sopravviva
nessuno se ne va via da casa finché la casa è una voce soffocante
che gli mormora all’orecchio
vattene
scappa lontano adesso
non so più quello che sono
so solo che qualsiasi altro posto
è più sicuro di qua.
Traduzione di Paola Splendore

una nuova coscienza


questo post ha  qualche mese di vita, non l'ho scritto oggi, ma un po' di tempo fa'. rileggendolo, però, mi sono accorta di quanto sia ancora attuale e necessario parlare degli argomenti citati, ve lo propongo, spero lo condividiate con me...
Abbiamo bisogno di una nuova coscienza, di aprire gli occhi su quello che ci succede intorno, di non farci fregare dalla politica della paura o da quella del disfattismo che vuole tutti uguali e nulla più possibile…
Abbiamo bisogno di riprenderci in mano il nostro presente e il nostro futuro e con esso quello dei nostri figli, dei nostri nipoti e di tutti quelli che verranno…
Dobbiamo fare uno sforzo, grande, ma assolutamente possibile, dobbiamo cercare di uscire dal nostro cortile e guardare intorno a noi cosa accade.
Fa’ bene il Papa a dire che dobbiamo aiutare le comunità del corno d’Africa, ha fatto bene il Presidente della Repubblica ad invitarci all’indignazione e ad uscire dall’indifferenza per i tanti morti nel Mediterraneo.
Abbiamo bisogno di guardarci intorno e capire cosa succede nel Mondo, perché la globalizzazione non è solo dei mercati, ma deve essere dei diritti, dei doveri e delle opportunità.
Dobbiamo allearci tra Uomini di Buona Volontà, cristianamente parlando e non solo…
Abbiamo bisogno di tenderci la mano, tutti, e darci quell’aiuto di cui tutti abbiamo bisogno per uscire dalla crisi profonda nella quale finazieri, faccendieri e politici senza scrupoli ci hanno cacciato e della quale fanno pagare le conseguenze solo a noi, lavoratori, disoccupati, pensionati, precari e niente ritocchi a retribuzioni da centinaia di migliaia di euro…
Troppo facile, ci si riesce tutti a far tornare i conti tagliando sulle cose certe, aumentando tasse e balzelli e ticket per coloro che fanno già fatica ad andare avanti…
Ci vuole più coscienza e se i nostri politici non ce l’hanno, aiutiamoli noi a fare in modo che la coscienza ritorni a non farli dormire di notte fino a quando non saranno capaci di tornare a fare politiche che sappiano riequilibrare gli squilibri creati negli ultimi decenni che vedono i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e sempre di più.
Abbiamo bisogno di un nuovo comunismo, di una nuova lotta al capitalismo? Si e non solo… lottare contro non basta, dobbiamo imparare a conoscere le tante realtà che hanno alternative da proporre e dare loro voce e sostegno…
Cominciamo? Si può partire dalla contromanovra della campagna Sbilanciamoci, che ogni anno produce una proposta alternativa alla manovra finanziaria del Governo.
Partiamo da qui, sarà solo un inizio, ma da qualche parte bisogna pur cominciare per andare avanti e non fermarsi…

Raccontiamola noi un’altra Storia…


La cronaca politica ed economica di questo periodo lascia poco spazio all’ottimismo e ad una visione della società che volga ad un “lieto fine”.
Crisi economica, scandali politico-finanziari, corruzione, disoccupazione, da un lato, stragi , vecchie e nuove, sopprusi e violenza, tanta violenza, pubblica e privata, dall’altro, sono all’ordine del giorno, tutti i giorni…
Le letture, le informazioni sulle quali mi sono concentrata in questi ultimi anni mi hanno “costretta” a guardare in faccia a questa realtà, fatta di tutto quello che ho già elencato e di molto altro ancora, a partire dalla violazione quotidiana dei diritti a cui sono costretti così tanti esseri umani nella nostra civile ed antica democrazia.
Le violazioni dei diritti umani nei CIE (centri di identificazione ed espulsione), la crisi umanitaria nel corno d’Africa, la guerra in Libia e le rivolte del Nordafrica e del Mediooriente a volte mi tolgono il sonno e non mi danno pace fino a quando non trovo il modo di dare loro voce…
Da quando l’impegno di Parole di Pace è cresciuto è diventato pane quotidiano la ricerca di informazioni, la ricerca di storie da raccontare, di persone da far conocere…
Dalla periferia e dal centro di quella meravigliosa città che mi ha vista nascere, Napoli, passando per Scampia, Ponticelli e per i quartieri Spagnoli, attraversando Palermo e Genova, Milano e L’Aquila, ho potuto incontrare virtualmente e attraverso intense conversazioni persone stupende, realtà attive, positive, impegnate e solidali che mi hanno dato moltissimo, che mi hanno permesso, nel tempo,di ricostruire un altro mondo, quell’altro mondo possibile che raccontavano i Noglobal di Seattle, di Goteborg, di Napoli e di Genova e che a Genova hanno visto stroncare  un sogno di equità e giustizia.
Qualcuno ha scritto, in modo illuminante credo, che le  vittorie di De Magistris e Pisapia e, ancor più, le vittorie dei si ai referendum di giugno sono figlie di  quel movimento che è stato disperso con i fatti del G8 di Genova, con quelle violenze assurde e quei sopprusi che ancora pesano nelle nostre coscienze.
I fatti del G8 di Genova, nel 2001, diedero una scossa molto forte alla mia coscienza e mi costrinsero a fare i conti con quella violenza di Stato che mai avevo conosciuto… Mi spinsero ad assumermi la responsabilità di una cittadinanza più attiva, di una partecipazione consapevole e determinata nella vita delle città dove vivo e lavoro…
Assumermi la responsabilità di essere artefice, per quel che posso, per quel che mi compete, di quel cambiamento che voglio vedere nel mondo, come mi ha insegnato Gandhi…
Possiamo farlo tutti, possiamo farlo insieme raccontando le storie straordinarie che vivete o di cui siete a conoscenza. Costruiamo insieme quel puzzle che sarà la Storia che vogliamo raccontare, la Storia che dobbiamo a Carlo Giuliani, a Giovanni Falcone, a Francesca Morvillo e alla loro scorta, a Paolo Borsellino e alla sua scorta, a Marcello Torre, a Giuseppe Luzza, a Serafino Famà, ai migranti morti annegati nel canale di Sicilia  e a tutte le altre vittime innocenti che hanno pagato e pagano con la vita perché non riusciamo a realizzare quell’altro mondo possibile che possiamo costruire insieme…
Impegno che possiamo portare avanti grazie al contributo di persone speciali come i ragazzi di Stampo Antimafioso, del progetta EVA di Pescomaggiore, dei Friarielli Ribelli e con Ciro Corona, Anna Maria Torre, Matteo Luzza, Flavia Famà, Fabrizio Marras e a tutti coloro che hanno deciso di dedicare la loro vita alla ricerca della Verità e della Giustizia.
Un ringraziamento personale va anche a Don Andrea Gallo, a Don Ciotti, a Flavio Lotti, a Salvatore Borsellino, a Stefano Frezza ad Andrea, Roberto e Luca  di Emergency, aVittorio Agnoletto, e a tutte le persone che negli ultimi anni ho incontrato, intervistato, conosciuto ed apprezzato,perché mi hanno permesso di trasformare una passione in un impegno professionale che mi ha dato grande soddisfazione e che mi ha fatto crescere come persona e come cittadina…
Tornerò a raccontare queste storie, non so quando, ma forse so già come. Mio impegno sarà quello di far conoscere sempre di più e sempre meglio i protagonisti di quell’Italia migliore che troppo pochi conoscono e che troppo pochi raccontano…
Un abbraccio e buona vita a tutti…
Concetta


perchè lasciamo che muoiano così tanti bambini?


22.000 bambini al giorno muoiono di povertà, nel mondo…
Ma che ci sta succedendo!!! Questo fatto dovrebbe farci gridare di rabbia e di indignazione!!!
Perché questo non succede???
Stiamo impazzendo, non siamo più in grado di proteggere i nostri figli, i nostri cuccioli, permettiamo che muoiano di fame, che siamo uccisi, che vengano loro negati cibo , istruzione e cure…
Rubiamo loro il futuro, non riusciamo più a farli sognare, presi come siamo dalla sopravvivenza o dall’accumulo di capitali e beni di cui non possiamo godere ed usufruire perché non abbiamo tempo…
Fermiamoci a pensare, le cose, forse, ci stanno sfuggendo di mano, o meglio, ci sono già sfuggite…
Un sesto della popolazione mondiale non ha che acqua sporca e nel 2030 il prezzo del cibo sarà raddoppiato…
Ce n’è abbastanza per non dormire la notte, neanche nell’opulenza, avvizzita e decadente Europa…
Cambiare marcia e direzione, questo è quello che bisogna fare. Ripensare stili di vita e di consumo, riscoprire l’economia delle relazioni e la ricchezza che essa produce, in termini di benessere delle persone e, di conseguenza, dei popoli e delle nazioni.
Rivedere i parametri di valutazione dello stato di salute delle economie, infrangere i tabù che l’economia virtuale ci ha imposto da troppo tempo.
Restituire valore alle cose e al lavoro, ma prima ancora alle persone, alla Natura ed alla Terra….
Siamo sull’orlo di un precipizio e ci avviciniamo ad esso sempre più velocemente…
Pessimismo apocalittico o drammatica consapevolezza?
Non è che oggi mi gira male, è che bisogna che ci si risvegli tutti e si metta in atto quel cambiamento necessario a fermare la folle corsa che può portarci alla distruzione…
E non saranno le profezie Maya che si sono avverate, sarà solo nostra responsabilità se l’indifferenza prenderà il sopravvento…
buona notte e buona vita a tutti