sabato 21 luglio 2012

Ladro di Amor molesto ovvero il dolore delle cose da dire.


Roma, 9 giugno 2012
 Ho trovato le parole…
Grazie all’emozione della lettura di un dolore, grazie a Giuliana, ho trovato le parole ed il coraggio per uscire dal silenzio, dalla vergogna per rinascere a vita nuova.
Che sia una storia vissuta, pensata, immaginata, raccontata, poco importa…
Ogni emozione rievoca la tua emozione, quella nascosta, bloccata, rimasta incastrata per anni dalla vergogna, dalla paura, dalla colpa che mai finirà.
Devo ancora proteggermi, devo ancora proteggermi, devo ancora proteggermi…
E’ un pensiero invadente, possessivo, ossessivo, dominante…
E’ come un mantra, è un’ossessione che non lascia respirare.
Devo ancora proteggermi! Sono passati tanti anni, ma la sensazione che resta e che troppo spesso riappare è proprio questa.
Devo ancora proteggermi, si, perchè molto spesso, anche nel cuore della notte, quello lì, quell’uomo senza pudore e senza amore, nel dolore riappare.
Devo ancora proteggermi perché adesso devo e posso, sono grande abbastanza…
Devo ancora proteggermi perché non ho permesso, non ho potuto, non ho voluto permettere, allora.
Troppo pochi 8 anni per capire, ma sono stati abbastanza per avere paura, per avere vergogna, per provare ad uscire da quella specie di limbo in cui non capisci che succede, ma senti che non ti piace…
Ci vorrebbe uno grande a cui chiedere, a cui raccontare ma lui dice che proprio non si fa’… E’ il nostro segreto…
E tu stai zitta scegliendo, inconsapevole, innocente, quel lungo silenzio complice e colpevole.
L’anno prima non l’avevi capito che quello non era un gioco innocente, era una cosa segreta, un po’ strana, difficile da capire, per la verità…
Ma che vuoi capire a quell’età! Sei piccola, sei troppo piccola per renderti conto che quello non è un gioco, ma innocenza violata…
RENDIMI L’INNOCENZA, VIGLIACCO MESSERE!!!!
Non è tua, non ti appartiene e non apparterrà più neanche a me.
Sarà il mio immenso dolore e la tua dannazione.
Come hai potuto?
Perché hai voluto?
Hai mai pensato a quanti danni, quei tuoi gesti insani, per rubare qualche attimo di piacere perverso, avrebbero condannato quell’anima, quel corpo immaturo che neanche ancora accennava a sbocciare?

Ho provato anche pena per te!
Sono fatta così anche un po’ per colpa tua… o, forse, dovrei dire per merito?
NO! Per merito, no! Meriti non ne hai, non te ne posso riconoscere, in alcun modo!
Sarebbe troppo, sarebbe veramente troppo! Difficile da capire, anche questo, ancora oggi…
I pensieri sono lucidi, sicuri, anche se scomposti.
Ho lavorato, si, Dio solo sa quanto ci ho lavorato
Quante lacrime versate, quanto dolore, quanto sacrificio, quanto tempo, danaro e risorse di ogni genere investiste, impegnate a cercare di venire fuori dalla bolla soffocante che questo amore molesto era stata per tanta parte della mia vita!!!!
Ce l’ho fatta! Posso dire che ce l’ho fatta, che non mi vergogno più, che ho superato il senso di colpa per quell’innocente, inconsapevole complicità.
Per anni, per troppi anni, tutto è rimasto sepolto sotto un silenzio omertoso, sotto una coltre fatta di pudore, di vergogna e di paura e di solitudine, di tanta e profonda solitudine e ancora, ossessivo, di silenzio e di vergogna.

“Non si può dire!” Questo proprio non si può dire!
Però non si poteva neanche fare  e lui, invece, l’ha fatto!” “E’ colpa tua! Perché glielo hai lasciato fare?”

Sono cresciuta così, come ho potuto, nel silenzio, nella vergogna, nella menzogna. Con l’incombenza del giudizio, della condanna di me, espressa da me medesima, perché per molti anni, per più di venti lunghissimi anni, solo io ho saputo…
Anzi, sapevamo solo io e lui, il mio carnefice, ma di lui non parlerò, lui non conta in questa storia…
E’ solo veicolo, strumento perverso di quel dolore indotto, dal quale solo io, con l’aiuto di Dio e dell’Umanità, posso finalmente liberarmi…
Si, perché di Libertà si tratta! Di Libertà e di Verità, di riappropriarsi della propria vita, della propria identità, ripartendo dai cocci di una vita spezzata e più volte ridotta in frantumi che non posso incollare ma trasformare in frammenti di un mosaico composto e variegato di luci e di ombre, di pezzi splendenti e di pezzi opachi, in un disegno di chiaroscuri che delineano il volto di una nuova donna.

C’è una patina di grigio da sollevare, una cappa di dolore da rimuovere.
Non si vede, sta lì, si scorge appena, ma rende vani tutti gli sforzi, tutto il dolore.

In uno strano gioco di parole, di assonanze, di associazione c’è un dolore che diventa colore, che scioglie il grigio e l’annulla…

Ma dove vanno a parare i pensieri, stanotte? Faccio fatica a capire…

Ma, forse, è proprio quello che non bisogna fare! Non c’è niente da capire, c’è solo da vivere, da assaporare e da sorridere: di Gioia, di gusto e d’Amore…

Libertà e Verità, anzi, meglio, Libertà, Verità e Amore. Tanto Amore: ritrovato, restituito, riassaporato e giusto, perché non ci sia mai più il dolore delle cose da dire.

Buona vita
vs. Lulù

Genova per me…


21 luglio 2012, sono le due di un torrido pomeriggio d’estate…

Fa’ così caldo che è difficile  pensare di fare qualunque cosa, anche solo pensare…
Finito di pranzare accendo la tv sui soliti canali, rai 3, la 7, rai news, mtv, quei canali che mi fanno pensare che anche davanti alla tv si può stare mantenendo ancora il cervello acceso…

Sono polemica, il caldo non mi aiutami fa’ sentire stanca e lamentosa…

Casualmente(?) capito su mtv che trasmette il reportage “A Genova io c’ero” e mi sento riportata indietro nel tempo, indietro di 11 anni e qualche ora…

Era il 20 luglio 2001 ed erano le otto di sera, all’incirca, allora guardavo ancora il Tg1 che era il tg più visto dagli italiani.

Vanno in onda scene raccapriccianti dalle manifestazioni al G8 di Genova e la notizia della morte di Carlo Giuliani squarcia il torpore della mia coscienza…

Ho ancora dentro l’emozione di quei momenti, le emozioni, anzi… sgomento, incredulità, rabbia, paura, impotenza… e, purtroppo, la morte di Carlo non sarà che la prima delle notizie peggiori….

La notte del 20 luglio sarà la notte della Macelleria Diaz, dell’inizio delle torture di Bolzaneto, farcite dagli assalti ai cortei indifesi delle  tute bianche, della rete Lilliputh e di tanti altri gruppi di manifestanti aggrediti durante quel pomeriggio di 11 anni fa’….

Sarà una delle vicende più tremende della storia degli ultimi decenni nel nostro paese…

19 luglio 2012
20 anni dalla strage di via d’Amelio e 11 dall’omicidio di Carlo Giuliani…
E’ mia figlia Raffa che mette insieme le due cose in un post su Facebook…
La memoria lavora, in Tv c’è un approfondimento con Mentana ed altri sulla strage e scopro che chi pensavo  fosse un baluardo della democrazia, forse non è stato poi così integro, così come avrei preferito poter pensare…

Stanno insieme anche nella mia vita questi due momenti, l’impegno civile e l’antimafia sociale, le mie passioni morali negli ultimi 11 anni…

E’ cominciato proprio il 20 luglio del 2001 il mio bisogno di attivarmi, il desiderio di contribuire alla costruzione di un mondo migliore…

“Un altro mondo è possibile” era questo lo slogan dei Noglobal al G8 di Genova…
Un atro mondo: un mondo più equo, più giusto, solidale, accorto ai bisogni di tutti, dai più deboli, della natura, non assoggettato alla legge del più forte che l’uomo dovrebbe poter dominare, superandola con l’illuminismo della ragione e la passione della solidarietà…

Le scene che passano in tv sono tremende, violente: urla, calci, pugni, manganellate, lacrimogeni, sassaiole… cassonetti incendiati, auto e furgoni capovolti, incendiati anch’essi, i black bloc che agiscono violenti all’estremo, indisturbati…
Immagini impressionanti, per la violenza, certo,ma soprattutto per lo stupore nel vedere lasciare agire indisturbati i violenti e, al contempo, aggredire violentemente manifestanti inermi e, nella maggior parte dei casi, indifesi, impreparati…
Ci sono scene davanti alle quali si inorridisce e ci si chiede come sia possibile che tutto questo stia accadendo qui, in Italia, in una nazione civile  e democratica…. Almeno allora così credevo…

Poi ci fu la notte della vergognosa aggressione alla Diaz, la notte del non ritorno, la notte dopo la quale nulla è stato più come prima…

Da quel momento non sono più riuscita a credere che le Istituzioni potessero rappresentare le istanze dei cittadini, che le Forze dell’ordine non sono a nostra tutela e servizio, ma costrette ad essere servi di un potere non democratico che solo nell’apparenza…

Sono 11 anni che combatto per ricostruire nella mia mente e nel mio cuore la fiducia nelle Istituzioni, nella classe dirigente del nostro Paese, nelle Forze dell’ordine che rischiano laloro vita ogni giorno, in alcuni casi, ma non so se siano consapevoli del danno causato alla ns. democrazia da quella notte tremenda tra il 20 e il 21 luglio di 11 anni fa’….

Ho cominciato ad informarmi,ad istruirmi, a seguire dibattiti, seminari, convegni, incontri, a vedere films e documentari a frequentare movimenti e associazioni alter mondisti e antimafia…

Ho deciso e scelto per una cittadinanza attiva e partecipe, per un impegno civile di scelte e culture antimafiose, pacifiste e a tutela dei diritti umani, ad approfondire le logiche del commercio equo e solidale, della cooperazione allo sviluppo, della solidarietà, del consumo critico, della decrescita e del microcredito solidale…

Ho capito che la possibilità di costruire un altro mondo, possibilmente più equo, giusto e solidale parte da ognuno di noi, dalle scelte che si compiono ogni giorno, dall’assumersi la responsabilità di scelte consapevoli e accorte, dal dovere di informarsi e di chiedere un’informazione seria, accurata e libera.

Ho capito che possiamo avere tutto ciò che vogliamo per noi, se siamo fortunati, ma che allo stesso tempo questo non sia sufficiente perché ci sarà sempre qualcuno che dovrà e vorrà lottare per ottenere anch’egli ciò di cui ha bisogno e che se ce ne sarà bisogno l’otterrà anche a mio discapito se il principio che passa è la legge del più forte, della violenza, della prevaricazione…
Bisogna scegliere, gioco forza, la via della collaborazione, della condivisione, della solidarietà, dell’equità  e della giustizia sociale…
Senza questi valori, questi principi, non c’è via di uscita… si salveranno solo i più forti e prepotenti, i più volenti e, potete scommetterci, non saremo noi, saranno altri e il prezzo che pagheremo non riusciremo neanche ad immaginare…

Mi fermo qui, perché aggiungere altro non serve…

Formare le nostre coscienze ed agire con responsabilità ed amore è il nostro dovere…

Ecco, vi ho raccontato,in sintesi estrema, cosa è stata “Genova per me”…

Buona fortuna e buona vita,mondo!!!!!
Lulù