lunedì 19 marzo 2012

Giornata della memoria e dell'impegno 2012 - le mie prime impressioni


Com'è difficile mettere in fila, a caldo tutte le emozioni della giornata... intensa, faticosa, ricca di energia e di spunti.
Tante persone, tantissime, non contano i numeri ballerini con cui si  deve sembre fare i conti dopo ogni manifestazione più o meno politica che sia.
Poco importa se i partecipanti fossero centomila, novantamila, centodiecimila oppure, ciò che conta è che le persone venute da ogni oparte d'italia e non solo erano un lunghissimo fiume colorato che ha percorso genova e le sue colline...
bella genova, tra la montagna e il mare, bella questa città che ha, in alcuni luoghi odori e profumi degni di un suq.
Proprio bella genova così invasa da tanta voglia di legalità e pulizia...
sia ben chiaro nessuno può sentirsi senza responsabilità e senza macchia e , ci scommetterei, nessuno dei centomila si direbbe al sicuro dal rischio della corruttibilità morale, se ha ben coscienza del fatto che, se mafiosi si nasce e/o si cresce, il rischio della mafiosità nei comportamenti è quasi inesorabilmente nel nostro dna.
Ci si educa a riiconoscerla, ad accrescere la consapevolezza attraverso la formazioneì, la conoscenza, attraverso l'attenzione  e il rispetto delle regole della civiltà.
Le parole dell'intervento conclusivo della Giornata vibrano ancora nella mia mente e nelle mie vene, come le parole dure, consapevoli e pesanti di nando dalla chiesa nel seminario su politica e mafia...
sembra quasi che ci si debba rassegnare all'iineluttabile commistione tra mafia e politica o, meglio ancora, tra mafia, politica e magistratura...
sembrano tornati gli anni dei giudici “ammazzasentenze”, di quelli che con la scusaa delle pene troppo scarse, della necessità di approfondire e rivedere le carte processuali, mandano a monte il lavoro investigativo e giudiziario di decine e decine di persone, mandano a quel paese anni e anni di impegno, di ricerca e di attenzione...
non sempre si riesce a non farsi sopraffare dallo sconforto, ma le centomila persone che oggi hanno manifestato a Genova con calore, con passione e con rabbia ci danno almeno centomila ragioni per non disperare e per credere che, come diceva il giudicaa Falcone, la mafia è un fenomeno umano e come tale destinato a morire... sta a noi, società civile, lottare affinchè, con l'indispensabile contributo delle Istituzioni, si possa finalmente sconfiggere il cancro delle mafie e della corruzione.
Per essere realmente e finalmente Liberi e vivi fino in fondo.
Da Genova
Concetta

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