Com'è difficile mettere in fila, a caldo tutte le emozioni
della giornata... intensa, faticosa, ricca di energia e di spunti.
Tante persone, tantissime, non contano i numeri ballerini
con cui si deve sembre fare i conti dopo
ogni manifestazione più o meno politica che sia.
Poco importa se i partecipanti fossero centomila,
novantamila, centodiecimila oppure, ciò che conta è che le persone venute da
ogni oparte d'italia e non solo erano un lunghissimo fiume colorato che ha
percorso genova e le sue colline...
bella genova, tra la montagna e il mare, bella questa città
che ha, in alcuni luoghi odori e profumi degni di un suq.
Proprio bella genova così invasa da tanta voglia di legalità
e pulizia...
sia ben chiaro nessuno può sentirsi senza responsabilità e
senza macchia e , ci scommetterei, nessuno dei centomila si direbbe al sicuro
dal rischio della corruttibilità morale, se ha ben coscienza del fatto che, se
mafiosi si nasce e/o si cresce, il rischio della mafiosità nei comportamenti è
quasi inesorabilmente nel nostro dna.
Ci si educa a riiconoscerla, ad accrescere la consapevolezza
attraverso la formazioneì, la conoscenza, attraverso l'attenzione e il rispetto delle regole della civiltà.
Le parole dell'intervento conclusivo della Giornata vibrano
ancora nella mia mente e nelle mie vene, come le parole dure, consapevoli e
pesanti di nando dalla chiesa nel seminario su politica e mafia...
sembra quasi che ci si debba rassegnare all'iineluttabile
commistione tra mafia e politica o, meglio ancora, tra mafia, politica e
magistratura...
sembrano tornati gli anni dei giudici “ammazzasentenze”, di
quelli che con la scusaa delle pene troppo scarse, della necessità di
approfondire e rivedere le carte processuali, mandano a monte il lavoro
investigativo e giudiziario di decine e decine di persone, mandano a quel paese
anni e anni di impegno, di ricerca e di attenzione...
non sempre si riesce a non farsi sopraffare dallo sconforto,
ma le centomila persone che oggi hanno manifestato a Genova con calore, con
passione e con rabbia ci danno almeno centomila ragioni per non disperare e per
credere che, come diceva il giudicaa Falcone, la mafia è un fenomeno umano e
come tale destinato a morire... sta a noi, società civile, lottare affinchè,
con l'indispensabile contributo delle Istituzioni, si possa finalmente
sconfiggere il cancro delle mafie e della corruzione.
Per essere realmente e finalmente Liberi e vivi fino in
fondo.
Da Genova
Concetta
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